Il Tribunale di Milano si è recentemente pronunciato in materia di plagio di opera d’arte. Oggetto della controversia è l’opera “Dream Boat” del celebre street artist Banksy.

In particolare, ad agire in giudizio contro l’artista è stato l’autore di un’opera in legno realizzata nel 2009 e rappresentante un gruppo di migranti in fuga su una barca, alla presenza di un uomo intento a leggere, la cui vista è tuttavia celata da un telo. L’autore di tale opera riteneva, infatti, che “Dream Boat” si ponesse in violazione dei propri diritti d’autore.

Veniva quindi domandata, ai sensi dell’art. 696-bis c.p.c., la nomina di un consulente tecnico d’ufficio affinché provvedesse alla comparazione delle opere individuandone l’eventuale plagio e procedesse alla quantificazione del risarcimento conseguente.

Con ordinanza del 10 gennaio 2022, il Tribunale di Milano ha rigettato le domande del ricorrente. In primo luogo, infatti, veniva accertata la carenza di giurisdizione del giudice italiano. Il tutto, atteso che sia l’autore dell’opera contestata sia l’opera stessa non presentavano collegamenti con il territorio nazionale.

In secondo luogo, si rilevava come l’illegittimità del ricorso allo strumento dell’art. 696-bis c.p.c., il quale assegnerebbe indebitamente al tecnico nominato il compito di accertare la sussistenza dell’eventuale plagio, che invece risulta di competenza esclusiva del giudice. Difatti, va ritenuta la non applicabilità dell’istituto di cui all’art. 696-bis c.p.c. in quei casi in cui la decisione della controversia necessiti della preventiva soluzione di questioni giuridiche complesse o l’accertamento di fatti che esulino dall’ambito dell’indagine propriamente di natura tecnica.

In ogni caso, il Giudice ha comunque ritenuto insussistente l’illecito contestato. Le opere in comparazione, infatti, non potrebbero dirsi in alcun modo simili, non essendovi coincidenza tra i rispettivi significati: “nell’opera del ricorrente sembra in effetti identificabile l’apparente estraneità/indifferenza dell’uomo che legge dietro ad un telo che cela alla sua visuale la realtà dei migranti in fuga, mentre l’opera attribuita a Banksy sembra invece denunciare che la realtà tragica della migrazione sia ormai relegata e immiserita nella ideazione di un giocattolo”.