“pastaZARA” vince sul noto brand d’abbigliamento “ZARA”, impedendo a quest’ultimo di usare il proprio marchio per alcuni prodotti e servizi della ristorazione.

Era la fine dell’800 quando, a Castelfranco Veneto (TV), nasceva quel piccolo laboratorio artigianale di pasta che, circa un secolo dopo, sarebbe diventata “pastaZara”.

Dopo la conversione del laboratorio in impianto industriale, il pastificio apriva nel 1932 un secondo stabilimento nella città di Zara (Croazia), allora italiana. Tuttavia, scoppiata la guerra civile in ex Jugoslavia, l’impianto chiuse anticipatamente. Tornati in patria, i vertici d’azienda decidevano di denominare il proprio pastificio “pastaZARA” in onore dell’esperienza in Croazia.

La battaglia legale sull’uso del marchio “ZARA” nell’ambito della ristorazione

La querelle si apriva nel 2010 quando Inditex SA, gruppo titolare del noto marchio d’abbigliamento, depositava presso l’EUIPO una nuova domanda per il marchio “ZARA”. L’intento era quello di estendere la sua privativa nell’ambito della ristorazione (i.e. classi merceologiche nn. da 29 a 32, 35 e 43).

La Ffauf Italia S.p.A., holding in cui rientra “pastaZARA”, proponeva opposizione alla registrazione sulla base di 11 marchi anteriori nelle stesse classi merceologiche. Tra questi, il segno denominativo “LE DELIZIE ZARA” e il marchio figurativo “ZARA”, depositati, rispettivamente, nel 2003 e 2004.

Da qui ne scaturiva una battaglia legale decennale che vedeva le Parti sostenere le proprie ragioni avanti ai diversi gradi di giudizio.

Ebbene, la battaglia legale pare essersi definitivamente chiusa con la recente sentenza del Tribunale dell’UE del 01.12.2021. I Giudici, a conferma della decisione della Commissione di Ricorso dell’EUIPO, rigettavano la domanda di Inditex per la registrazione del marchio “ZARA” ribadendo l’esistenza di “un rischio di confusione tra i marchi in conflitto, dal momento che i prodotti o servizi da essi coperti presentavano un certo grado di somiglianza o erano identici”.

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