“Per un pugno di dollari”: il Tribunale di Roma sulla violazione del personaggio di Clint Eastwood

Con una recente sentenza il Tribunale di Roma ha affrontato un caso relativo all’originalità di un personaggio cinematografico ai fini della tutela del diritto d’autore.

La vicenda vede contrapporsi la società produttrice dell’opera cinematografica “Per un pugno di dollari” (regia di Sergio Leone) ed alcune società straniere legate alla distribuzione del film d’animazione “Rango”. La produzione del noto western sosteneva, in particolare, la violazione dei propri diritti sul personaggio interpretato da Clint Eastwood, il celebre “uomo senza nome”, protagonista del film e dei relativi sequel. In “Rango”, infatti, appare lo “spirito del west”, personaggio che richiama fortemente Clint Eastwood.

Tuttavia, il Tribunale ha rigettato le domande dell’attore. In particolare, il Giudice ha rilevato come il contesto delle due opere sia radicalmente diverso: drammatico il primo, semiserio il secondo. Tuttavia, le similitudini estetiche fra “l’uomo senza nome” e lo “spirito del west” sono evidenti e riguardano non soltanto l’abbigliamento, ma anche la gestualità, il timbro della voce e le caratteristiche fisiche del personaggio che ricorda indubitabilmente l’attore Clint Eastwood. Il richiamo viene inoltre suggerito dalla collocazione nella scena di una borsa contenente le statuette Oscar vinte nel corso della carriera dal noto attore hollywoodiano.

Nonostante tali richiami, in ogni caso, il Tribunale ritiene che in “Rango” e nella relativa sceneggiatura non sia stato inserito nessun riferimento lesivo del preteso personaggio. Nel caso di specie “l’uomo senza nome” non apparirebbe frutto di un’idea creativa ed originaria, quanto la rielaborazione personale e non evolutiva da parte di Sergio Leone di prototipi noti alla narrazione letteraria e cinematografica e non avrebbe acquisito alcuna permanenza nel pubblico, nella critica cinematografica o nelle successive opere tale da renderlo qualificabile come opera creativa ed identificabile come tale.

Alla luce delle osservazioni che precedono il Tribunale di Roma, sezione imprese, ha rigettato la domanda attorea.


L’impatto dei social media sulla contraffazione

L’Ufficio UE di Intellectual Property (EUIPO) ha pubblicato una relazione dal titolo “Monitoring and analysing social media in relation to IP infringement“. Lo studio si propone l’obiettivo di indagare il nesso tra lo sviluppo dei social media e le violazioni di proprietà intellettuale. Il tutto, con lo scopo di valutare l’impatto dei social come canale di promozione e/o distribuzione di prodotti contraffatti .

Lo studio è così strutturato:

  1. la prima parte delinea un quadro completo circa gli usi dei social media correlati a possibili attività di violazione di intellectual property ;
  2. la seconda parte misura la presenza sui social media delle violazioni;
  3. la terza parte è incentrata sull’individuazione di indicatori chiave per migliorare il riconoscimento di tali violazioni sui social media.

Il team di Intellectual Property di SGP è a vostra disposizione per ogni chiarimento.