Nell’ambito di una recente controversia, l’EPO ha annunciato che, nel deposito di una domanda di brevetto, l’inventore designato deve necessariamente essere un umano.

Nel caso in questione, il richiedente tutela brevettuale aveva infatti indicato come inventore l’intelligenza artificiale “DABUS”. Si tratta, in particolare, di un sistema che crea nuove idee alterando le interconnessioni tra una serie di reti neurali nel sistema. Una volta generate tali idee, una seconda serie di reti neurali le analizza per rafforzare quelle che sono nuove o utili. DABUS è stato creato dallo scienziato Stephen Thaler, Presidente e CEO diImagination Engines, società di reti neurali con sede a St. Charles, Missouri.

DABUS è quindi una macchina che a sua volta inventa altre macchine. Nel caso in esame l’intelligenza aveva ideato due differenti oggetti: un contenitore alimentare che migliora la sicurezza del prodotto durante la spedizione, essendo in grado di cambiare forma, ed una luce lampeggiante per attirare l’attenzione in situazioni di emergenza.

L’EPO ha dovuto quindi pronunciarsi sulla possibilità che, all’atto del deposito di una domanda di brevetto europeo, il richiedente possa legittimamente designare come inventore una macchina di intelligenza artificiale. Ebbene, l’Ufficio ha escluso tale possibilità, poiché contraria alle disposizioni della Convenzione sul brevetto europeo. Il tutto, per due ragioni:

  1. in primo luogo, solo un umano potrebbe essere designato inventore ai sensi di tale normativa. Al contrario, la designazione di una macchina non soddisferebbe i requisiti di cui all’articolo 81 e alla regola 19, paragrafo 1 della Convenzione;
  2. in secondo luogo, l’Ufficio era del parere che una macchina non potesse trasferire alcun diritto a terzi. L’EPO ha ritenuto pertanto che l’affermazione secondo cui il richiedente fosse successore in quanto possedeva la macchina non soddisfaceva i requisiti dell’articolo 81, in combinato disposto con l’articolo 60 (1) della Convenzione.